Tumori, prevenzione e nuovi farmaci. AIFA e AIOM si confrontano

L’ultimo rapporto “I numeri del cancro in Italia” 2014, realizzato dall’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) e dall'Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM), evidenzia come il numero di nuovi casi di patologie oncologiche registrati in Italia sia in aumento, con 365.500 (1.000 al giorno) casi nel 2014.

Nonostante ciò, si assiste a una diminuzione degli indici di mortalità: il 57% degli uomini e il 63% delle donne affetti da una patologia tumorale guariscono: un dato che colloca il nostro Paese tra i primi d’Europa grazie alle eccellenze del sistema sanitario nazionale in questo campo.Anche la sopravvivenza media a distanza di 5 anni dalla diagnosi è  migliorata negli ultimi anni raggiungendo il 55% tra gli uomini e il 63% tra le donne. Dati sostenuti senz’altro anche dai risultati ottenuti nelle patologie più frequenti come il tumore del colon-retto (64% di sopravvivenza per gli uomini e 63% per le donne), della mammella (87%) e della prostata (91%). 

“L’affermazione della medicina personalizzata e dell’immunoterapia – spiega il Prof. Sergio Pecorelli, Presidente dell’AIFA e Rettore dell’Università di Brescia - ha consentito di migliorare non solo la durata ma anche la qualità di vita dei malati pur ponendo problemi legati ai costi associati a queste terapie,   agli oneri legati all’innovazione a alla sostenibilità del sistema sanitario. In quest’ottica AIFA e AIOM hanno iniziato da tempo un dialogo costruttivo e un cammino comune per continuare ad assicurare a tutti i pazienti l’accesso ai trattamenti salvavita. Un tema delicato ma strategico è senz’altro quello della valutazione e della misurabilità dell’innovazione. Il rapporto beneficio-rischio dimostrato da un farmaco deve infatti coniugarsi con la corretta valorizzazione del beneficio terapeutico nella pratica clinica reale e con un giusto prezzo per il Servizio Sanitario Nazionale. Di qui la necessità di investire su quei farmaci che rappresentano davvero una svolta significativa per i pazienti, evitando, viceversa, di impiegare risorse a fronte di benefici terapeutici spesso modesti”.

La spesa pubblica per i farmaci oncologici e immunomodulatori si colloca ormai al primo posto in Italia (OsMed primi 9 mesi 2014) e deriva quasi totalmente dall’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche, con una crescita rispetto al 2013  della spesa (+9,7%) più che dei consumi (+3,1%).  

“Nella pratica medica in oncologia – prosegue il Presidente Pecorelli - sono sempre più frequenti i farmaci biologici, in particolare gli anticorpi monoclonali, che occupano i primi posti tra i principi attivi a maggiore spesa in ambito ospedaliero. L’introduzione dei biosimilari, che presentano caratteristiche uniche, pone nuovi problemi di valutazione poiché in presenza di un medesimo profilo beneficio-rischio positivo rispetto al biologico di riferimento, il biosimilare può essere anche superiore sotto il profilo dell’efficacia. Da ciò deriva un problema di corretta definizione del prezzo e di valutazione dell’effettivo impatto economico dei biosimilari, specie in considerazione della difficoltà ormai acclarata di rispettare il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera e dell’impossibilità di compensazione da parte della quota territoriale già ora al limite del tetto programmato pari all’11,35%”.

Per tale ragione diviene sempre più necessario migliorare il sistema di tracciatura dei farmaci in ambito ospedaliero e anche in questa prospettiva l’AIFA ha condiviso con l’AIOM le caratteristiche principali dei nuovi Registri di monitoraggio, efficiente strumento di controllo della spesa e di verifica dell’outcome clinico. L’AIFA inoltre concorda con l’AIOM sull’esigenza di una prevenzione attenta ed efficace che interessi uniformemente tutto il territorio superando le differenze ancora presenti tra regioni del nord e del sud. 

“Lo scenario descritto – spiega il Prof. Pecorelli – evidenzia come le patologie tumorali stiano assumendo dei tratti paragonabili a quelli delle malattie croniche imponendo una riflessione molto seria sui fattori di rischio, la prevenzione e le terapie. L’incidenza in aumento dimostra che le attività di prevenzione non hanno ancora raggiunto l’efficacia sperata e al contempo che non è sufficiente agire solo sugli “stili di vita” in senso stretto, come l’alimentazione e l’esercizio fisico, ma occorre la massima attenzione anche all’ambiente , inteso non solo in senso fisico ma anche come ambiente familiare e di lavoro, e allo stress”.

Un ruolo strategico nella prevenzione è indiscutibilmente giocato dalle vaccinazioni: a partire dalla   copertura vaccinale contro il Papillomavirus (HPV), che dovrà divenire universale e riguardare non solo le donne ma anche gli uomini, per arrivare ad una adeguata copertura vaccinale contro  l’influenza stagionale, sindrome che può avere gravi ripercussioni sulla salute dei malati oncologici, e alla vaccinazione anti-herpes zoster, malattia particolarmente pericolosa per i pazienti in terapia, spesso immunodepressi. 

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Fonte: Aifa


 
 

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