Lavoro e Salute. I morti di Spinetta Marengo

Elena Farina, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3

·         Da sapere

·         Risultati dello studio

·         Come è stato realizzato lo studio

·         Indicazioni per la ricerca

·         Riferimenti bibliografici

Da sapere

Il polo chimico di Spinetta Marengo è situato in un’area chiamata Fraschetta, in Piemonte.

All’interno dell’azienda, nel corso degli anni, si sono susseguite diverse produzioni che hanno richiesto l’utilizzo di diverse sostanze classificate dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) in classe 1 (cancerogeno accertato per l’uomo) o 2A (probabile cancerogeno per l’uomo), tra cui acido solforico, arsenico, acido cloridrico, cadmio, cromo esavalente, acido nitrico, arseniati di piombo, tricloroetilene, tetracloroetilene. Agli inizi degli anni 2000 la Procura della Repubblica ha avviato un’inchiesta sui rischi potenziali per la salute connessi all’inquinamento industriale, che riguardano sia i lavoratori sia la popolazione generale della Fraschetta.

Questo studio si concentra sui lavoratori dell’impianto.

Il disegno di coorte retrospettivo è il metodo adatto per lo studio dell’impatto delle esposizioni a sostanze pericolose sulla salute dei lavoratori, soprattutto quando si indagano patologie con lunga latenza. Tuttavia non è semplice recuperare i dati di tutte le persone che hanno lavorato in un’azienda, anche molti anni prima, e anche il reperimento dello stato in vita e delle cause di morte è spesso molto dispendioso. Potendo disporre di archivi amministrativi con dati di qualità sarebbe possibile condurre più facilmente studi di questo tipo.

L’obiettivo primario dello studio è indagare la mortalità tra i lavoratori uomini nel polo chimico. Un secondo obiettivo è invece quello di verificare la validità dei risultati ottenuti basandosi su database amministrativi.

Risultati dello studio

Al termine della ricostruzione lo stato in vita al 30/06/2011 è noto per 2059 individui, e sono 65 (3%) i persi al follow-up. Nel periodo in studio sono stati registrati 427 decessi (421 maschi e 6 femmine), di cui 372 (87%) sono stati individuati già inizialmente dagli archivi elettronici. La causa di morte è stata reperita per 419 casi (98,12%), di cui 265 (63%) dagli archivi elettronici. Si sottolinea in positivo che le procedure utilizzate per la costruzione della coorte, l’esecuzione del follow-up, la completezza dell’informazione sullo stato in vita e le cause di morte, sono conformi ai riferimenti di letteratura per gli studi di coorte occupazionale. In particolare la completezza del follow-up e del recupero delle cause di morte sono molto elevati.

Nella coorte maschile presa in esame si evidenzia una mortalità inferiore all’atteso in maniera significativa  per tutte le cause, e in particolare per le malattie del sistema circolatorio e i tumori degli organi genito-urinari. Si riscontrano eccessi statisticamente significativi per tumori della pleura (SMR:330,5; 90%IC: 164-596), tumori dell’apparato respiratorio (SMR:126,8; 90%IC: 105-152) e linfoma non Hodgkin (SMR:196,1; 90%IC: 102-342). Queste cause possono essere messe in relazione con la presenza di esposizioni specifiche a diverse sostanze utilizzate, alcune ancora attualmente, nell’impianto.

Altre cause tumorali che mostrano incrementi sono: tumori della laringe (SMR:149,2; 90%IC: 70-280), del polmone, (SMR:115,4; 90%IC: 94-141) dello stomaco (SMR:142,4; 90%IC: 89-216), e del rene (SMR:172,1; 90%IC: 86-311).

Gli eccessi si concentrano nella coorte più vecchia, assunta nel periodo 1930-1960. Per tre cause tumorali  le analisi per latenza presentano eccessi significativi per un periodo dall’assunzione superiore a 30 anni: tumori dello stomaco, tumori del rene e linfomi non-Hodgkin. Presentano eccessi statisticamente significativi per latenza superiore a 30 anni anche i tumori dell’apparato respiratorio e i tumori della pleura.

Il rischio aumenta all’aumentare della durata di lavoro: le analisi mostrano eccessi significativi nella categoria superiore a 20 anni per tumori dell’apparato respiratorio, tumori della laringe, del polmone, e della pleura.

Come è stato realizzato lo studio

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