Dare un senso ai dati sulla salute. Da un commento su Nature spunti di riflessione sulla Sanità digitale

Mai come oggi gli scienziati, i regolatori, i decisori pubblici hanno avuto a disposizione strumenti e fonti in grado di generare e rendere pubblicamente disponibile una mole così vasta di dati e informazioni sulla salute. È convinzione ampiamente condivisa che dalla capacità di “dare un senso” a questi dati dipenderà la corretta definizione delle direttrici della ricerca, delle valutazioni regolatorie e delle politiche sanitarie.

Questa sfida, stimolante e attrattiva, pone le basi per una convergenza di interessi, competenze e professionalità che potranno produrre benefici per la salute e per i sistemi sanitari ma anche per il progresso della conoscenza e per lo sviluppo economico. Tuttavia, affinchè si colgano i frutti auspicati, sarà necessario impegnarsi a superare i limiti attuali nella generazione, analisi e interpretazione dei dati e nell’applicazione delle conoscenze acquisite.

In particolare il riferimento è ai profili legali, etici e deontologici della rilevazione e della diffusione di dati sanitari individuali; alla possibilità di valutarne correttamente la rilevanza e la qualità e di confrontare e integrare i dati prodotti da una pluralità di fonti e provenienti da database diversi; alla disponibilità di tutte le parti coinvolte a fornire un contributo attivo e qualificato, investendo anche sulla formazione.

L’AIFA ha puntato molto sull’informatizzazione dei propri database (si pensi ad esempio ai Registri di Monitoraggio o alla Rete Nazionale di Farmacovigilanza) e sullo sviluppo di competenze nell’HTA e nella Sanità digitale nella convinzione che le evidenze regolatorie provenienti da dati omogenei e certificati sull’uso dei farmaci possano orientare i sempre più complessi processi decisionali in materia di salute. …leggi tutto su Aifa


 
 

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