Ecdc Annual
Epidemiological Report 2014 - Malattie infettive emergenti e malattie trasmesse
da vettore
Revisione
a cura di Christian Napoli, Maria Cristina Rota – reparto di Epidemiologia
delle malattie infettive (Cnesps-Iss)
L’ottava
edizione dell’Annual Epidemiological Report dell’Ecdc (European Centre for
Disease Control and Prevention) prevede una novità dal punto di vista
editoriale dovuta alla scelta di diffondere prima i dati dedicati a specifici
gruppi di malattie (pubblicati in report “parziali”) e, a conclusione, un
documento di sintesi sui dati di sorveglianza di oltre 52 malattie infettive
nei 25 Paesi membri dell’Unione europea e nei 3 Paesi dell’Area economica
europea (Eea). La prima pubblicazione – dal titolo “Annual
epidemiological report 2014 – Emerging and vector-borne diseases”
– riguarda le malattie infettive emergenti e quelle trasmesse da vettore.
I dati di sorveglianza sono aggiornati al 2012 e presentano un’analisi del
quinquennio 2008-2012; per alcune condizioni individuate come minaccia
emergente per la salute della popolazione, che l’Ecdc sorveglia tramite
l’attività di epidemic intelligence (Ei), sono disponibili aggiornamenti
al 2013.
Malaria
Il
tasso di casi confermati di malaria si colloca intorno a 1 caso per 100.000
abitanti, sostanzialmente stabile nell’ultimo quinquennio con una lieve
riduzione nel 2012 rispetto ai 2 anni precedenti. Il 99% dei casi è di
importazione e si è verificato in Paesi con consolidati legami con le aree
endemiche. Resta comunque il rischio di una trasmissione locale (nel 2012 si è
verificato in Francia un caso di trasmissione tramite trasfusione e nel periodo
settembre-novembre 2013 sono stati segnalati 3 casi autoctoni in Grecia) che
giustifica l’attenta attività di sorveglianza, preparazione e prevenzione e che
deve, in particolare, prevedere un miglioramento delle possibilità di accesso
all’assistenza sanitaria per alcuni gruppi di migranti provenienti da zone ad
alto rischio.
Peste
Non
sono stati segnalati casi in Europa. Si sottolinea che, nel resto del mondo,
dopo decadi senza segnalazione di casi, nel decennio 2000-2009 sono stati accertati
21.725 casi di malattia (per il 97% in Africa) con un tasso di mortalità del
7,4%.
Febbre Q
I
casi confermati nel 2012 sono 649, un numero in linea con il declino (-17%
rispetto all’anno precedente) già in atto. Persistono limitati focolai epidemici
in aree a rischio per la presenza di serbatoi ovini, l’ultimo dei quali nel
giugno 2013 in Ungheria.
Vaiolo
Non
sono segnalati casi in Europa. Vale la pena ricordare che a seguito
dell’eradicazione della malattia si sono interrotte le campagne vaccinali.
L’orthopoxvirus è considerato un agente a rischio potenziale di impiego come
arma biologica. Poiché l’agente esiste solo in due laboratori dell’Oms,
qualsiasi caso sarebbe il risultato di una fuoriuscita accidentale o
deliberata. Dunque, in tal senso, è atteso nell’anno in corso il pronunciamento
della 67a Assemblea mondiale della sanità sull’eventuale distruzione delle
residue scorte di virus.
Meningoencefalite da zecca
La
malattia è considerata un rischio emergente, dal momento che negli ultimi 30
anni si è osservato un aumento dell’incidenza di quasi il 400% in Europa. Il
principale vettore, Ixodes ricinus è molto diffuso, ma le zecche
infettate dal virus sono presenti solo in alcune aree e, in queste zone
rappresentano comunque una piccola quota (0,1-5%). La notifica è obbligatoria
nell’Unione europea dal 2012, anno in cui sono stati segnalati complessivamente
2560 casi, con netta predominanza nei maschi sopra i 45 anni e nel periodo
estivo.
Febbri emorragiche virali
Questa
categoria comprende malattie infettive che hanno come comune denominatore il
sanguinamento diffuso e l’esito spesso letale, ma sono diverse tra loro per
virus, distribuzione geografica, incidenza, serbatoio, modalità di trasmissione
e quadro clinico. Un’altra caratteristica comune è il rischio potenziale di
contagio per i contatti stretti e per il personale sanitario. La maggior parte
di questi agenti non si trasmette facilmente eccezione fatta per il virus della
febbre gialla, quello della febbre Chikungunya e della febbre Dengue.
Nel
2012 sono stati segnalati 51 casi (40 confermati) di febbre chikungunya, una
cifra in ribasso rispetto al biennio precedente. Non sono riportati casi
autoctoni né nel 2012, né nel 2013, anche se esiste la possibilità di una
latenza del virus in Europa, data la presenza dei vettori Aedes albopictus e
Aedes aegypti in alcune aree meridionali del continente.
Per
quanto riguarda la febbre dengue,
i casi notificati sono 1207, più del doppio rispetto all’anno precedente. Sono
in gran parte ascrivibili al focolaio verificatosi in Portogallo (Madeira) tra
settembre 2012 e marzo 2013 per un probabile ingresso del virus dal Sud
America, che non ha registrato casi clinicamente gravi né decessi. La malattia
è oggetto di continua sorveglianza e desta preoccupazione la possibilità che
diventi autoctona anche in Europa per la presenza dei vettori (Aedes aegypti in Portogallo ed Aedes
albopictus nel Sud
Europa). Nel 2012 non sono riportati casi autoctoni, mentre a partire dal
febbraio 2013 alcune decine di casi di febbre dengue sono stati esportati nei
Paesi membri a partire dal focolaio portoghese.
I
4400 di febbre da hantavirus (il 51,7% in più rispetto al 2011)
rendono questa malattia la febbre emorragica virale più frequente in Europa. Si
osservano notevoli differenze geografiche, con la massima incidenza nel Nord
Europa, soprattutto in Finlandia. Nel 2012 sì è inoltre verificato un focolaio
in Germania.
Sono
stati riportati 5 casi di febbre emorragica Congo-Crimea,
2 casi di febbre della Rift Valley,
nessun caso di malattia da virus Ebola,
di febbre di Marburg e di febbre
di Lassa.
Febbre West Nile
Nel
2012, nei 24 paesi Ue/Eea sono stati riportati 232 casi di Febbre West Nile di
cui 119 confermati, con un notevole incremento rispetto al 201
1.
Tuttavia il numero di casi rilevati nel 2012 è inferiore a quello registrato
nel 2010, confermando un andamento irregolare della malattia nel tempo. Casi
autoctoni sono stati riportati in vari stati europei.
L’Italia
è considerato un Paese a rischio per la presenza di casi autoctoni di febbre e
di malattia neuro-invasiva verificatisi sia in regioni dell’Italia
settentrionale che meridionale. A partire dal 2012, lo screening di derivati
ematici e di tessuti e organi destinati alla donazione ha permesso di individuare
i donatori di sangue positivi in Italia e in Grecia.
Febbre gialla
Non
sono segnalati casi in Europa. Come noto, per i viaggiatori in aree endemiche è
disponibile un vaccino che conferisce un’immunità decennale.
Risorse utili
Fonte: EPICENTRO 13 novembre 2014