La città del noi: per una politica dei desideri nel lavoro sociale

Claudio Tortone, Dors

·         Il convegno

·         Alimentare la capacità di aspirare, di andare oltre la normalità

·         Qualcosa “frullava” già… silenzioso… dentro…

·         È cruciale la prossimità e l’intimità, il costruire insieme i nessi tra le persone

·         Occorre transitare dai luoghi della cura alla cura dei luoghi

·         I servizi sociali da posti delle risposte a lievito della comunità

·         Servizi che si stanno sempre più “specializzando/separando” dal flusso della vita!

Il convegno

Il terzo appuntamento nazionale per operatori sociali, promosso e organizzato dalla rivista Animazione Sociale del Gruppo Abele (Torino, 10-12 marzo 2016), ha raccolto oltre 700 operatori del sociale per riflettere e confrontarsi su “La città del noi, per una politicità dei desideri nel lavoro sociale” e sul documento di base  appositamente predisposto.

Se dovessi scegliere un messaggio che possa esprimere sinteticamente i tre giorni di lavori, sarebbe una delle affabulazioni di Alessandro Bergonzoni, che ci ha donato la sera del venerdì: “dobbiamo cercare il sindaco che c’è in noi”. Il “NOI” non può essere costruito, rappresentato e vissuto senza un “IO”, non un io-solitario, ma un io-plurale però, fatto di relazioni.

Se dovessi scegliere un messaggio che possa esprimere sinteticamente i tre giorni di lavori, sarebbe una delle affabulazioni di Alessandro Bergonzoni, che ci ha donato la sera del venerdì: “dobbiamo cercare il sindaco che c’è in noi”. Il “NOI” non può essere costruito, rappresentato e vissuto senza un “IO”, non un io-solitario, ma un io-plurale però, fatto di relazioni.

Partecipando al workshop “Rompere la solitudine del cittadino locale producendo beni comuni”, ho avuto la chiarezza intuitiva di questa relazione IO-NOI. L’esperienza plurale dell’ex-Fadda di San Vito dei Normanni è stata possibile grazie a due fattori: una politica regionale (Bollenti Spiriti) che ha trovato nei vecchi edifici abbandonati, un’opportunità per giovani idee fornendo un percorso di investimento attraverso i Laboratori Urbani. La scommessa è stata vinta, a San Vito dei Normanni, con un progetto di sviluppo locale che ha dato un impatto sociale e la sostenibilità economica. La scommessa è stata vinta anche per una proficua combinazione di visione politica dall’alto e dal basso. È un bell’esempio da studiare, intervistare e trasferire nell’approccio e nel modello. Durante il laboratorio è stata segnalata un’altra esperienza simile a Napoli, presso l’ex-Asilo Filangieri. È uno spazio aperto dove si va consolidando una pratica di gestione condivisa e partecipata di uno spazio pubblico dedicato alla cultura, in analogia con gli usi civici: una diversa fruizione di un bene pubblico, non più basata sull’assegnazione ad un determinato soggetto privato, ma aperto a tutti quei soggetti che lavorano nel campo dell’arte, della cultura e dello spettacolo che, in maniera partecipata e trasparente, attraverso un’assemblea pubblica, condividono i progetti e coabitano gli spazi.

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