Rapporto Istat e SSN – da Agenas

Molti dei dati diffusi da centri di ricerca e associazioni che riguardano il Ssn italiano non potevano che essere confermati nelle pagine dedicate alla sanità del “Rapporto Istat 2015 – La situazione del Paese”.

Nel capitolo “Eterogeneità territoriali del Ssn: equità allocative e livelli di soddisfazione” l’Istituto di statistica afferma che “Le riforme che hanno interessato il Sistema sanitario nazionale a partire dagli anni Novanta - fino agli ultimi provvedimenti sul contenimento della spesa e del Patto della salute - hanno avuto un triplice obiettivo: quello di attuare il principio di sussidiarietà nel settore sanitario, attraverso la devoluzione alle Regioni della gestione e organizzazione dei servizi di assistenza e l’introduzione del federalismo fiscale; avviare il processo di aziendalizzazione delle strutture sanitarie; migliorare l’efficienza del settore, attraverso il controllo della spesa e l’obbligo del pareggio di bilancio da parte delle Regioni. Il processo di rientro dal debito, cui hanno dovuto far fronte numerose Regioni - continua il documento - associato alla difficile congiuntura economica, ha avuto come conseguenza una riduzione dell’equità nell’accesso alle cure cui si ispira il nostro Ssn. Il fatto che alcune delle Regioni sotto piano di rientro dal debito non riescano ad assicurare i livelli essenziali di assistenza, erogando volumi di prestazioni al di sotto degli standard ritenuti adeguati, testimonia le difficoltà del settore”. E viene messo in luce, ancora una volta, “lo squilibrio tra i bisogni potenziali di assistenza sanitaria e i criteri allocativi delle risorse adottati”.

Nelle regioni del Sud la quota pro capite di finanziamento non raggiunge i 1.900 euro, con il minimo di 1.755 in Campania, mentre in altre aree del Paese supera i 2000 euro. I valori massimi, superiori ai 2.300 euro, si rilevano in Valle d’Aosta, Bolzano e Trento, dove sono anche più elevate le dotazioni medie di personale sanitario a fronte di prevalenze nettamente più basse di popolazione in cattive condizioni di salute. Nel Rapporto è stato considerato anche il livello di soddisfazione complessivo dei cittadini per il Ssn: la maggioranza della popolazione adulta (60,8%) ha valutato positivamente il servizio sanitario pubblico, con un aumento della quota nel Nord dove quasi il 30% si dichiara molto soddisfatto. Al Sud la quota non raggiunge il 10%, una persona su tre esprime infatti un giudizio negativo.

Un cittadino su dieci invece si dice costretto a rinunciare a una prestazione che dovrebbe essere garantita dal Ssn, ciò a causa di tempi di attesa troppo lunghi, difficoltà a raggiungere le strutture, ecc; la percentuale scende al 6,2% nel Nord-ovest e sale al 13,2% al Sud.

Per approfondimenti: Rapporto Istat 2015 '>  (LINK)

Fonte: Agenas

Vedi anche: SOS Sanità


 
 

  Site Map