II convegno IGEA: dal
progetto al sistema. L’integrazione delle cure per le persone con malattie
croniche
Il convegno è
stato organizzato nell’ambito del progetto “Sistema per l’integrazione delle cure e
dell’assistenza per le persone con malattie croniche” che mira a
favorire lo sviluppo di modelli organizzativi orientati al miglioramento della
qualità dell'assistenza per le persone con malattie croniche. L’incontro, che
si è tenuto martedì 25 marzo a Roma, ha dato ai partecipanti l’opportunità di
discutere dei modelli assistenziali per la cronicità, analizzando le esperienze
in corso in Italia.
Scarica il programma (pdf 4 Mb) e il rapporto Istisan 14/C1 con gli abstract (pdf 305 kb).
Piani e realizzazioni in Italia
Con una breve
introduzione, Marina Maggini (pdf 487 kb) (Centro Nazionale di
Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS), ha sottolineato
come il II Convegno dedicato al Sistema IGEA costituisca il naturale
proseguimento dei convegni, e di tutte le attività, che a partire dal 2006 sono
state condotte nell'ambito del Progetto IGEA. Il Progetto IGEA ha, infatti,
realizzato iniziative e interventi orientati a favorire il miglioramento
dell’assistenza alle persone con diabete, tramite l’adozione di un modello di
gestione integrata della malattia, e rappresenta un modello per lo sviluppo di
un sistema di gestione integrata della cronicità.
Dopo la
presentazione di Marina Maggini, il convegno si è aperto con “Piani e
realizzazioni in Italia”, la prima delle tre sessioni previste per la giornata.
A dare il via al dibattito è stata Elena Coffano (pdf 2,6 Mb), referente del DoRs del
Piemonte. La relatrice ha guidato i partecipanti in una vera e propria
ricognizione esplorativa delle esperienze esistenti, riconducibili a progetti
di gestione integrata delle malattie croniche quali la BPCO, il diabete e lo
scompenso cardiaco. «Fare il punto della situazione», ha affermato Elena
Coffano, «serve a capire cosa stiamo facendo e se realmente funziona». In
seguito, si è dato spazio alle esperienze regionali. Giuseppe Noto (pdf 1,2 Mb), direttore sanitario
dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, ha presentato le esperienze in
Sicilia, sottolineando come sia necessario pensarsi come un sistema unico, attuando
una logica di rete. Secondo Noto, infatti, la chiave del successo dei progetti
di gestione integrata risiede nella cooperazione tra specialisti territoriali e
ospedalieri e nella formazione del personale infermieristico, grande punto di
forza per la gestione delle persone con malattie croniche. Sono intervenuti,
poi, Marco Comaschi (pdf 1,8 Mb) (Centro diagnosi e cura
del piede diabetico, Rapallo) per la Liguria, che ha illustrato criticità ed
esempi virtuosi della propria Regione, sottolineando come la disomogeneità dei
Piani di gestione, differenti per le diverse zone d’Italia, costituisca un
importante limite;Tiziana Spinosa (pdf 4,1 Mb) (Agenzia regionale
sanitaria della Campania), che ha evidenziato ancora una volta la necessità di
personale specializzato e di un self-care a misura di paziente. Andrea Pizzini (pdf 6,3 Mb) (medico di medicina
generale, FIMMG, Torino) ha sottolineato l’importanza della collaborazione con
i medici di medicina generale per la gestione integrata della cronicità, e Vito
Piazzolla, dell’ARes Puglia di Bari che ha esposto la situazione della propria
Regione, evidenziando la necessità di un lavoro programmatico e di squadra, che
renda il paziente protagonista del percorso di cura. La prima sessione si è
conclusa con l’intervento di Angela Giusti (pdf 1,5 Mb) (Centro Nazionale di
Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS), che ha illustrato
ai partecipanti l’importanza della formazione di tutti gli operatori coinvolti
nella gestione integrata e ha presentato un percorso di formazione a distanza
(FAD) in corso di realizzazione.
Accesso alle cure
Il convegno è
proseguito con la seconda sessione, dedicata all’accesso alle cure nelle varie
Regioni. Il primo intervento è stato curato da Albino Bottazzo (pdf 128 kb), vice presidente della
FAND, che ha illustrato le difficoltà di accesso ai farmaci, nelle varie
Regioni, e ha parlato della carenza di supporto nei riguardi dei care
giver, coloro che si prendono cura delle persone con diabete. A
seguire, è intervenuto di Nicola Magrini (pdf 2,2 Mb), focalizzando
l’attenzione dei presenti sulle politiche farmaceutiche, oltre che sull’accesso
ai medicinali. Magrini, responsabile dell’Area valutazione del farmaco della
Regione Emilia-Romagna, ha fatto il punto sui prontuari terapeutici,
illustrando ai presenti, con un puntuale raffronto, le differenze tra politiche
farmaceutiche regionali e nazionali. Valeria Manicardi (pdf 4,2 Mb) (direttore dell’Unità
internistica multidisciplinare dell’Ospedale di Montecchio, Ausl di Reggio
Emilia), ha concluso la seconda sessione, offrendo una panoramica sul problema
della medicina di genere e ricordando come, per le donne, le differenze
riguardino non solo la ricerca ma anche la possibilità di accesso alle cure.
Registri e sistema informativo
Nella terza e
ultima sessione, dedicata a “Registri e sistema informativo”, sono intervenuti
nell’ordine Giuseppe Costa (pdf 462 kb) (Epidemiologia, Asl TO3,
Piemonte), sul ruolo dei Registri nel contesto dei sistemi informativi; Angelo Rossi Mori (pdf 686 kb) (Unità di sanità
elettronica ITB-CNR, Roma), che ha illustrato l’importanza del sistema
informativo per l’integrazione delle cure. Sul tema della condivisione delle
informazioni per il miglioramento della qualità delle cure, è intervenuta, Maria Franca Mulas (pdf 2,3 Mb) (Ospedale S. Martino,
Oristano), evidenziando ai presenti il ruolo principale della comunicazione e
dell’interscambio di informazioni per la gestione integrata della persona
affetta da patologie croniche. «La corretta comunicazione è come un farmaco»,
ha proseguito la Mulas, «può modificare in positivo la prognosi dei pazienti».
La giornata si è conclusa con l’esperienza di Telemedicina del Piemonte,
esposta da Elide Boglio (pdf 3,8 Mb) (Struttura semplice
dipartimentale di Endocrinologia e Diabetologia, Asl Cuneo), che ha spiegato
come il telemonitoraggio possa essere un valido supplemento per il
miglioramento delle cure.
Fonte: pagina
web epicentro 25 marzo 2014