Alimentazione
e salute
Efsa: consultazione pubblica sul bisfenolo A
Alberto Mantovani - Dipartimento di Sanità pubblica
veterinaria e sicurezza alimentare, Iss
L’Autorità europea
per la sicurezza alimentare (Efsa) avvia una consultazione pubblica sulla bozza del documento che riporta il parere
dell’Efsa riguardo ai rischi per la salute umana legati all’esposizione al bisfenolo
A (Bpa), sostanza
chimica usata per la produzione del policarbonato per recipienti a uso
alimentare (biberon, stoviglie di plastica, recipienti di plastica, bottiglie,
ecc), oltre che per numerosi altri usi. Il Bpa è da anni una sostanza
controversa, in quanto numerosi studi sperimentali e anche epidemiologici
indicano una capacità di alterare l’equilibrio endocrino (in particolare
interagendo con i recettori estrogeni) soprattutto nell’organismo in via di
sviluppo. I consumatori sono inevitabilmente esposti a piccole quantità di Bpa
tramite lo spostamento nei cibi e nelle bevande dai materiali che lo contengono
e, dunque, è fondamentale valutare e monitorare gli eventuali rischi per la
salute.
Attualmente, l’uso
del bisfenolo A è autorizzato nell’Unione europea ai sensi del regolamento 10/2011/Ue
ma è proibito per la produzione di biberon per l’infanzia in policarbonato,
secondo la direttiva 2011/8/Ue.
L’uso del Bpa nei biberon in plastica è stato l’aspetto più discusso di questa
sostanza, sia perché il bambino piccolo è più suscettibile dell’adulto agli
interferenti endocrini come il Bpa, sia perché è il soggetto più esposto: il
divieto nei biberon è scaturito da un precedente parere dell’Efsa (2010).
L’Efsa chiama
dunque tutti i portatori di interesse (in particolare, ma non solo, gli
organismi degli stati membri della Ue che hanno già valutato il Bpa) a
formulare e inviare commenti entro
il 13 marzo prossimo
tramite la consultazione on line. Un segnale importante questo sia dal punto di
vista della trasparenza e della validità del documento definitivo che verrà
alla fine pubblicato, sia perché non è poi così frequente che le Agenzie
internazionali mettano in discussione le proprie valutazioni.
L’attività passata dell’Efsa sul Bpa
L’Efsa ha concluso la prima valutazione del
rischio completa sul Bpa nel 2006 stabilendo una Dgt per il Bpa di 0,05
mg/kg pc, ma ha analizzato nuove informazioni anche negli anni successivi
(2008, 2009, 2010 e 2011). In particolare, il parere,
molto articolato, del 2010 ha ritenuto che non vi fossero prove sufficienti per
poter rivedere la Dgt, ma ha identificato una serie di possibili effetti a dosi
molto basse in studi tossicologici su animali in via di sviluppo: anche se la
qualità degli studi lasciava a desiderare, questi effetti meritavano un
approfondimento. Pertanto, nel 2012,
la Commissione europea, considerando anche il vasto uso del Pba nei materiali a
contatto con gli alimenti, ha chiesto all’Efsa una rivalutazione complessiva e
(nei limiti del possibile) definitiva riguardo sia all’esposizione (per quali
vie, alimentari e non, e quanto viene assorbito dall’organismo: parere
finalizzato nel 2013) sia ai possibili effetti sulla salute, con particolare a
quelli osservabili a dosi più basse di quelle utilizzate per definire la Dgt.
I risultati della valutazione
L’Efsa ha concluso
una revisione dettagliata della letteratura scientifica sul bisfenolo A e delle
valutazioni del rischio precedentemente eseguite da istituzioni con specifiche
competenze in materia, individuando probabili effetti avversi sul fegato, sui
reni e sulla ghiandola mammaria a dosi nettamente minori rispetto a studi
precedentemente valutati e raccomandando di conseguenza che l’attuale dose giornaliera
tollerabile (Dgt) venga abbassata da 50 µg/kg pc/die (o 0,05 mg/kg pc/die) al
valore provvisorio di 5 µg/kg pc/die (0,005 mg/kg pc/die).
Da sottolineare è
che in questa indagine l’Efsa ha preso in esame anche studi di ricerca che non
rientrano negli usali test per sostanze chimiche ma che riguardano aspetti “non
convenzionali” dei possibili effetti del Bpa sulla salute (per esempio sulla
promozione di tumori e su aspetti specifici dello sviluppo dei sistemi
riproduttivo, nervoso, immunitario, metabolico e cardiovascolare). Pertanto, il
documento dedica particolare attenzione agli effetti a lungo termine
dell’esposizione precoce in gravidanza e nella prima infanzia.
Il confronto con
la valutazione dell’esposizione (ovviamente escludendo i biberon, ora proibiti
nell’Ue) mostra che i livelli sono inferiori alla Dgt, pertanto l’attuale uso
del Bpa presenta un basso rischio anche per i gruppi vulnerabili come donne in
gravidanza e bambini piccoli. Nel contempo, dopo la valutazione dell’Efsa e
l’abbassamento della Dgt sarà difficile ipotizzare un incremento dell’uso del
BpA nella Ue, mentre potrà ricevere ulteriore incentivo la ricerca di sostanze
alternative.
Fonte: pagina
web Epicentro 23 gennaio 2014