Epidemia in Africa
occidentale da virus Ebola
18 settembre 2014 - Dal mese di dicembre 2013 è
in corso la prima epidemia documentata di malattia da virus Ebola (Evd) in
Africa occidentale. Si tratta della più grande epidemia di Ebola mai
riscontrata, sia per il numero di focolai attivi di infezione che per il numero
di casi e di decessi riportati. È anche la prima volta che Evd si trasmette in
aree urbane densamente popolate, tra cui città capitali come Freetown, Conakry
e Monrovia.
Questo evento non è del tutto inatteso
in quanto la Guinea condivide un ecosistema già associato con epidemie da Evd e
infezioni umane da virus Ebola sono state in passato sierologicamente
documentate in questo Paese. Per maggiori informazioni consulta il Rapid Risk Assessment “Outbreak of Ebola virus disease in West Africa”
(pdf 744 kb) del centro europeo per la prevenzione e il controllo delle
malattie (Ecdc).
I primi casi segnalati di Evd si sono verificati nella
regione boschiva della Guinea sud-orientale vicino al confine con la Liberia e
la Sierra Leone. L’eziologia è stata confermata il 22 marzo 2014. In seguito,
l’epidemia si è estesa e - al 6 settembre 2014 - sono stati segnalati casi
sospetti e/o confermati di Evd in Guinea, Liberia, Serra Leone, Nigeria e
Senegal.
L’origine dell’epidemia non è nota, tuttavia si sospetta
che i casi primari possano essere stati esposti a cacciagione locale infetta (bush
meat). La maggior parte dei casi secondari ha partecipato a
cerimonie funebri, entrando in contatto con pazienti deceduti e/o persone
infette. Per questo si ritiene che la trasmissione interumana diretta
costituisca la principale via di trasmissione.
Sono stati individuati dell’Organizzazione mondiale della
sanità (Oms) tre fattori che contribuiscono a favorire la
trasmissione dell’infezione:
1. credenze e pratiche tradizionali nei
paesi colpiti che contrastano con le azioni di prevenzione individuale e di
sanità pubblica raccomandate. Questo contrasto genera un clima di sfiducia,
apprensione e resistenza.
2. la mobilità della popolazione
all’interno dei singoli paesi e transfrontaliera favorita dalla presenza di
comunità omogenee insediate lungo i confini che condividono attività
socio-culturali.
3. la difficoltà di realizzare in modo
capillare misure di contenimento efficaci data l’eccezionale estensione
dell’epidemia.
I Paesi colpiti hanno intensificato le attività di
sorveglianza e identificazione attiva dei casi, il controllo delle infezioni
nosocomiali e le misure di prevenzione individuali e di salute pubblica con il
supporto di organizzazioni internazionali, governative nazionali e Ong. Il 28
agosto 2014, l’Oms ha prodotto una “Ebola response roadmap” per la gestione della
risposta all’epidemia ed ha iniziato a produrre rapporti periodici sulla sua attuazione che includono
aggiornamenti epidemiologici ed un monitoraggio delle misure di controllo in
atto.
L’Oms non
raccomanda restrizioni a viaggi o a rotte commerciali tranne per:
- individui con Evd sospetta o
confermata, e
- individui che abbiano avuto contatti
con casi di Evd (gli operatori sanitari e il personale di laboratorio se
adeguatamente protetti non vengono considerati contatti).
Per maggiori
informazioni sulla malattia da virus Ebola consulta le pagine dedicate sui
siti dell’Oms, dell’Ecdc e
di Epicentro, la scheda informativa prodotta del ministero della Salute e
le Faq pubblicate sul sito Oms e
sul sito del ministero della Salute.
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