App mediche: garante privacy, serve piu' trasparenza nell'uso
dei dati
Una su due non fornisce agli utenti un'informativa prima del
download o chiede dati eccessivi rispetto alle funzionalità offerte
Serve più
trasparenza nell'uso dei dati degli utenti che scaricano app mediche in Italia.
I risultati
dell'indagine, avviata
a maggio dal Garante
Privacy per verificare il rispetto della normativa italiana sulla protezione
dati da parte di applicazioni che utilizzano dati sanitari, mostrano come anche
nel nostro Paese gli utenti non siano adeguatamente tutelati e troppe volte non
siano messi in grado di esprimere un consenso libero e informato.
Quello delle
app mediche è un settore in crescente sviluppo che presenta profili molto
delicati per la privacy delle persone. L'azione del Garante si inserisce
nell'ambito del "Privacy Sweep 2014",
l'"indagine a tappeto" promossa dal Global Privacy
Enforcement Network (GPEN), la rete internazionale nata per
rafforzare la cooperazione tra le Autorità della privacy di tutto il mondo e di
cui il Garante italiano fa parte. La scelta tutta italiana di analizzare app
del settore medico o di wellness è in linea con le preoccupazioni manifestate
dall'Europa su questo tema. La Commissione Europea ha di recente avviato una
consultazione sulla Mobile Health e ha
pubblicato ilLibro
Verde sulle applicazioni sanitarie mobili (Green
Paper on Mobile Health)
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