AIFA incoraggia
la trasparenza come strumento anticorruzione
“Un'opinione pubblica bene informata è la nostra Corte Suprema. Perché
ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la
corruzione, l'indifferenza popolare o gli errori del governo […]”
(Pulitzer).
Con questo spirito e con l’obiettivo di assicurare che i
dipendenti e gli esperti dell’Agenzia operino nel rispetto di tre principi
fondamentali, appartenenza, trasparenza e responsabilità l’AIFA ha varato e
continua a rispettare il “Regolamento
per la disciplina dei conflitti d’interesse”. L’Agenzia Italiana del
Farmaco supporta, a livello europeo, le iniziative in tema di trasparenza che
l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) sta portando avanti su più fronti.
Secondo l'ultima edizione del rapporto annuale di Transparency
International, la ONG specializzata nel valutare il coefficiente di corruzione
nei singoli paesi del mondo, l'Italia si colloca putroppo ancora al 69° posto
in una scala discendente che analizza 177 paesi del mondo.
Il dato è, senza dubbio, preoccupante, a maggior ragione perché,
se imparassimo dalla storia, ricorderemmo più spesso le parole di Leonardo
Sciascia che, nel 1982 dalle pagine della rivista Il Globo, così commentava i
corrotti: “[…] sono dei cretini con qualche lampo di imbecillità: solo che nel
contesto in cui agiscono l'imbecillità appare – e in un certo senso e fino a un
certo punto è – fantasia. In una società bene ordinata non sarebbero andati
molto al di là della qualifica di "impiegati d'ordine"; in una
società in fermento, in trasformazione, sarebbero stati subito emarginati – non
resistendo alla competizione con gli intelligenti – come poveri "cavalieri
d'industria"; in una società non società arrivano ai vertici e ci stanno
fin tanto che il contesto stesso che li ha prodotti non li ringoia”.
Sfortunatamente il dato che emerge dal rapporto di Transparency
International ci segnala non solo che il posizionamento dell'Italia è ancora
dietro a Stati come il Botswana, il Costarica e il Lesotho, ma anche che il
punteggio, su una scala che va dal valore minimo 0 a 100, è di 43. In termini
di punteggio l’Italia ha ottenuto un centesimo in più rispetto al 2012: numeri
ben lontani, solo per rimanere nel contesto europeo, da Danimarca, Zelanda,
Finlandia, Svezia e Norvegia che si sono classificate ai primi posti.
L’AIFA ha già da tempo avviato una profonda rivoluzione al
proprio interno distinguendosi in Europa per rigore e scrupolosità, convinta
che, se in un’Agenzia regolatoria è contraddistinta da assoluta indipendenza,
il sistema di valutazione può esserne pericolosamente compromesso.
Anche l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha dato il via ad
una serie di iniziative mirate a garantire a tutti gli interlocutori
interessati, compresi i cittadini, l’accesso ai dati clinici e regolatori in
proprio possesso.
In questo percorso, la tappa più recente è rappresentata dalla
decisione di rendere pubblici i report relativi alle aziende che non riescono a
soddisfare gli standard delle Norme di Buona Fabbricazione (GMP – Good
Manufacturing Practice).
Da qualche settimana sono infatti disponibili sul sito http://eudragmdp.ema.europa.eu,
all’interno della nuova versione del database Eudra GMDP, le dichiarazioni di
non conformità (Statement of non-compliance), la cui lettura era stata
riservata, finora, solo alle Agenzie regolatorie.
La pubblicazione dei report su Eudra GMDP ha l’intento di
rendere disponibili anche al pubblico le informazioni relative ai produttori
che non rispettano le regole, per incoraggiare la ricerca di una sempre
maggiore qualità nella produzione farmaceutica e l’aderenza agli standard
internazionali.
Ad oggi sono presenti in tutto all’interno della banca dati 83
“statement of non-compliance”, che contengono informazioni sulle violazioni che
hanno portato al mancato rispetto degli standard tecnici e le eventuali azioni,
intraprese dall’Agenzia regolatoria responsabile, al fine di tutelare la salute
pubblica. Questi documenti servono a fare sì che l’attività delle Agenzie
regolatorie che fanno parte del network europeo sia il più possibile coordinata
e armonica.
L’EMA ha confermato che la policy di trasparenza non consentirà
la pubblicazione di informazioni di natura commerciale o contenenti dati
personali sensibili.
In conclusione, il cammino è ancora per molti versi impegnativo,
ma l’AIFA continuerà a promuovere, in Italia come in Europa, la trasparenza
come parola chiave di ogni iniziativa affinché la graduatoria di Transparency
International possa essere presto scalata, e si possa ritrovare quel valore
indispensabile per agire, senza scopi occulti, per il bene comune.
Approfondisci sul sito di Transparency International Italia
Visita il database Eudra GDMP
Approfondisci sul sito dell’EMA
Articolo pubblicato su AIFA
16/01/2014