Sale e malattie cardiovascolari: alcune precisazioni del
Ministero della Salute
Recentemente è
stato pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet un articolo che riporta i risultati di uno studio
di alcuni ricercatori canadesi della McMaster Universitysull’associazione
tra apporto alimentare di sodio in alcuni campioni di popolazione e incidenza
di eventi e morti cardiovascolari. Il Ministero ha ritenuto opportuno fare
alcune precisazioni a tutela della salute pubblica.
Lo studio
sostiene che i livelli di consumo di sale raccomandati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità sarebbero
troppo bassi e addirittura dannosi per molte persone, mentre sarebbero corretti
consumi giudicati eccessivi dall’OMS e dalle Linee Guida per una sana
alimentazione di molti Paesi, Italia compresa. Probabilmente gli autori
dell'articolo ignorano che le linee guida sono state elaborate sulla base di
consolidate e vaste evidenze di letteratura scientifica.
La rivista è
stata immediatamente oggetto di una serie di repliche e critiche da varie
fonti, inclusa l’American
Heart Association, per aver pubblicato un lavoro frutto di una
ricerca di scarsa qualità e dalle conclusioni infondate e potenzialmente
pericolose per la salute pubblica, potendo causare confusione e incertezze tra
i cittadini.
Tra i commenti
all’articolo si segnala la presa di posizione della Società Italiana di
Nutrizione Umana (SINU) e del Gruppo di Lavoro
Intersocietario per la Riduzione del Consumo di Sale in Italia (GIRCSI)
che hanno espresso e motivato un giudizio negativo sulla qualità dello studio.
Nel
condividere la valutazione
espressa dalla SINU e dal GIRCSI, si ribadisce che un consumo
eccessivo di sale è
fra le cause dell’insorgenza di gravi patologie dell’apparato cardiovascolare,
quali l’infarto del miocardio e l’ictus, correlate all’ipertensione arteriosa
ed è anche un fattore predisponente per la Malattia Renale Cronica.
La riduzione
del sale nell’alimentazione è una delle priorità anche dell’OMS e dell’Unione
Europea, nell’ambito delle strategie di prevenzione delle malattie croniche non
trasmissibili.
Nel nostro
Paese i dati più recenti indicano un consumo di sale quotidiano pari a 11
grammi per i maschi e 9 per le donne, oltre il doppio dei livelli raccomandati
dall’OMS.
Anche il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018,
documento centrale della pianificazione per la prevenzione del nostro Paese, ha
previsto nell’ambito del macro obiettivo Ridurre il carico prevenibile ed evitabile
di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie croniche non trasmissibili lo sviluppo di interventi volti a
ridurre nella popolazione il consumo di sale con l’alimentazione. Tutte le
Regioni, pertanto, sono impegnate per il conseguimento di tale importante
obiettivo di salute pubblica attraverso interventi nei setting previsti (scuola, luoghi di lavoro,
comunità e strutture sanitarie).
Fonte: Ministero
della Salute