FONTE: Ministero della Salute (www.salute.gov.it)
I temi di questa sezione sono a cura di: Direzione generale della prevenzione - Direzione generale della comunicazione e delle relazioni istituzionali
La pediculosi è un'infestazione causata dalla presenza di pidocchi, piccoli insetti grigio-biancastri senza ali, con il corpo appiattito e le zampe fornite di uncini particolari, che permettono loro di attaccarsi fortemente a capelli e peli in genere; sono forniti, inoltre, di un apparato buccale adatto a perforare la cute e a succhiarne il sangue.
I pidocchi agiscono come parassiti (organismi che vivono "a
carico" di altri organismi) e si nutrono pungendo la parte del corpo
colpita (cuoio capelluto, corpo o pube), depositando un liquido che causa
intenso prurito. Caratteristica fondamentale dei pidocchi è quella di vivere,
quasi esclusivamente, sul corpo umano, poiché non possono vivere a lungo
lontani dall'ospite.
Il pidocchio, infatti, è un ospite specifico. Gli animali domestici non
rappresentano una fonte di trasmissione per l'uomo, così come i pidocchi umani
non vengono trasmessi agli animali.
Contrariamente a quanto si tende a credere, i pidocchi "non saltano" da una testa all'altra. Il contagio avviene fra persona e persona, sia per contatto diretto, che attraverso lo scambio di effetti personali quali: pettini, spazzole, fermagli, sciarpe, cappelli, asciugamani, cuscini, biancheria da letto ecc.
Altro pregiudizio è credere che i pidocchi infestino solo le persone sporche. Qualsiasi individuo può essere infestato, indipendentemente dalla sua igiene. Quando c’è un caso in famiglia tutti si dovrebbero controllare a vicenda.
L'infestazione è più frequente nelle scuole, nelle colonie, negli oratori, nelle palestre, in cui vi sono molte occasioni di contatto.
Tra le numerose specie di pidocchi esistenti in natura, quelle che diventano parassiti dell'uomo sono:
·
il pidocchio del capo (Pediculus
humanus capitis) che causa la maggior parte delle infestazioni.
Di colore grigiastro, spesso si mimetizza con il colore dei capelli
dell'ospite.
Di solito si ritrova sulla testa dei bambini e in particolare nelle zone della
nuca e dietro le orecchie.
L'insetto è munito di zampette uncinate, che si ancorano ai capelli; il
passaggio da un ospite all'altro avviene per contatto diretto del capo o,
indirettamente, attraverso lo scambio di effetti personali: cappelli, pettini,
sciarpe, cuscini ecc.
·
il pidocchio del corpo (Pediculus
humanus corporis)
Non si distingue, per la forma, da quello del capo, e la diagnosi differenziale
si effettua in base alla localizzazione.
Lo si ritrova spesso negli indumenti usati da persone infestate e in questi può
sopravvivere anche per un mese.
Anche questo pidocchio si trasmette per contatto diretto, oppure attraverso
indumenti e biancheria da letto.
·
il pidocchio del pube (Phthirus
pubis).
Detto anche piattola, per la sua forma schiacciata, è fornito di arti e uncini
molto robusti, capaci di ancorarsi a peli più corposi del capello. Si trasmette
per contatto intimo, soprattutto negli adulti.
Le tre specie sono molto simili tra loro: succhiano il sangue del soggetto che parassitano, vivono su un solo ospite e si sviluppano in stadi successivi:
1. uova (lendini)
2. ninfa (forma immatura del pidocchio)
3. pidocchio adulto (in grado di riprodursi).
Le uova sono attaccate alla radice del capello con una loro colla naturale,
difficilissima da sciogliere, sono opalescenti, lunghe circa 1 mm e di forma
allungata. Le uova vengono deposte 24 o 48 ore dopo l'accoppiamento, a seconda
della temperatura più o meno favorevole.
La ninfa rappresenta la forma immatura del parassita adulto; si nutre di sangue
da 2 a 5 volte al giorno e diventa adulta, attraverso 3 mute, dopo 7-13 giorni
L'insetto adulto femmina è più grande del maschio; la femmina del pidocchio del
capo depone circa 5 uova al giorno, che maturano e si schiudono in 7 giorni,
alla temperatura ottimale di 32° C.
Gli unici pidocchi in grado di diventare possibili vettori di microrganismi patogeni per l'uomo sono i pidocchi del corpo, che presentano problemi di sanità pubblica nei periodi caratterizzati da calamità naturali o da guerre, in cui sono frequenti situazioni di promiscuità e di disagio sociale.
Quelli del capo, pur rappresentando un problema di sanità pubblica per la rapidità con cui si propaga l'infestazione, coinvolgendo spesso intere classi di alunni, presentano il vantaggio di non poter sopravvivere più di due o tre giorni al di fuori del corpo umano e di essere facilmente attaccati dai vari sistemi di disinfestazione.
Data pubblicazione 6 settembre 2013, ultimo aggiornamento 9 settembre 2013Site Map |